Incontro al Cerchio con Michele Mezza, giornalista per quarant’anni in rai. Ha ideato e sviluppato il progetto rainews24. Insegna all’Università Federico II di Napoli. È autore di numerose pubblicazioni relative alla gestione democratica dei dati.
“Scienza e realtà si stanno aggrovigliando in una dialettica reciprocamente distruttiva, togliendo ogni spazio a quella conflittualità sociale che sola può dare vigore, nella società del calcolo, a forme moderne di cittadinanza attiva.” (l’algoritmo del contagio – M. Mezza).
Avremo la possibilità di conversare direttamente con Michele Mezza sui problemi della libertà nella comunicazione poco trasparente e spesso manipolata da interessi economici di parte. L’informazione può essere libera per poter porre le giuste domande? Come è possibile sottrarsi ai poteri di chi detiene l’informazione digitale potenziata dalla rete e dalla possibilità di gestire una quantità e una complessità di dati inverosimile?
Oggi chi fa informazione non si chiede più perché, o come, succedono gli eventi, è sufficiente controllare che succedono e trovare tutte le correlazioni possibili tra gli eventi attraverso la matematica e la scienza dei “big data”. Non vi è più una testa pensante nella redazione dei giornali, è sufficiente un buon algoritmo per dirigere, attraverso la informazione, le scelte economiche e politiche di un popolo. Umberto Eco, citato da Mezza, diceva nel lontano 1967 “la battaglia per la sopravvivenza dell’uomo come essere responsabile nell’Era della Comunicazione non la si vince là dove la comunicazione parte, ma là dove arriva”. Nel 1969 nacque la rete e cambiò definitivamente il modo di fare informazione, di fare ricerca, di fare politica.
Dice Mezza, “Il motore professionale del giornalismo diventa oggi la potenza dei big data, e il corredo di intelligenza artificiale che li raccoglie e li analizza all’interno di piattaforme che muovono le informazioni”.
Il giornalista è credibile se le informazioni che veicola danno risultati misurabili in termini di vendita o visibilità (e i risultati saranno sicuramente misurabili se a priori provengono da dati misurabili e misurati).
In pratica se ho misurato un certo interesse su una notizia (non importa se vera o falsa) posso e devo usare tale notizia per ottenere risultati tali che mi rendono credibile perché la mia credibilità è determinata a priori dalle misure effettuate.
Oggi il fruitore di una notizia è lo stesso produttore della notizia. I social media hanno proprio questa caratteristica, una data notizia è il nodo di una rete i cui frequentatori appartengono allo stesso “tipo”.
Chi detiene il controllo della rete sa chi sono i miei amici, cosa pensano, cosa scrivono, quali notizie veicolano all’interno della rete.
Con gli amici della “Civetta di Minerva” discuteremo di questi problemi Giorno 24 giugno, alle ore 17.30, presso i locali del Cerchio in via Arsenale 40/A.
L’ingresso è riservato ai soci e agli invitati: obbligo di mascherina, distanziamento, vaccinazione anticovid con almeno una dose e non avere sintomi similinfluenzali.