Il volume, sotto lo schermo di un titolo chiaramente bufaliniano, raccoglie i tentativi di Paolo Fai di cartografare la complessa e cangiante realtà letteraria con importanti aperture su quella politica e antropologica della Sicilia novecentesca. Un Novecento, quello letterario siciliano, "secolo lungo" scandito attraverso Verga e Pirandello, fantasma meridiano di Croce, Sciascia sentinella della ragione e Vittorini alfiere della passione civile e politica, giù fino alle voci più recenti; esemplare in tal senso la demitizzazione di Camilleri e l'analitico e passionale omaggio a Consolo e ai quasi dimenticati Aglianò e Mezio. Un dialogo con i libri e attraverso di essi con le vite nostre e altrui che ci ricorda cosa possa e cosa debba essere la letteratura.